WELFARE AZIENDALE E PREMI DI RISULTATO UN POOL DI ESPERTI AL CONVEGNO DELLA UIL – Un esempio virtuoso: il Gruppo Mazzucconi spiega la sua esperienza
Bergamo, lunedì 10 giugno – È bastato un questionario anonimo con 35 domande, distribuito a 750 tra i 1200 dipendenti del Gruppo Mazzucconi, leader nel settore dei componenti di alluminio per auto, per capire quali fossero le richieste e le esigenze dei lavoratori. Le risposte sono state fondamentali per costruire un welfare aziendale che funziona, sia per l’azienda che per i dipendenti. Un sistema che, come ha dichiarato Paolo Motta, capo dell’ufficio personale, “ha migliorato il clima all’interno dell’azienda, l’organizzazione e la produttività“.
Motta ha raccontato l’esperienza del Gruppo bergamasco nell’ambito di un convegno organizzato dalla Uil dal titolo: Premi di risultato e welfare aziendale, casi studio e strategie di contrattazione, che si è tenuto, non a caso, nella sala del Mutuo Soccorso di Bergamo.
Le richieste emerse dal sondaggio hanno rivelato che i lavoratori hanno in media 40 anni, una famiglia composta da 4 persone, chiedono agevolazioni a livello sanitario, per l’istruzione dei figli e una maggiore flessibilità dell’orario di lavoro. “Il 26% delle persone ha richiesto di poter convertire il premio di risultato in permessi – spiega Motta – e numerosi dipendenti usufruiscono della possibilità di lavorare da casa, aumentando così la produttività“.
Un’altra peculiarità della piattaforma costruita dal Gruppo Mazzucconi riguarda la valorizzazione di realtà locali che offrono servizi “cosa che invoglia il lavoratore a convertire il premio di risultato in welfare e che serve a redistribuire ricchezza sul territorio“.
Il modello illustrato da Motta è però piuttosto raro in Italia, come spiegato da Luciano Consolati della MetaMenagement srl, tra i massimi esperti in Italia del sistema di rete di imprese. Dopo aver snocciolato dati non troppo confortanti riguardo il numero di aziende italiane che applica il welfare, ha lanciato una provocazione: “Nel welfare o ci crediamo o non ci crediamo, le aziende non possono applicarlo solamente per una questione di detassazione, altrimenti non funziona“.
Il Segretario Generale della Uil Angelo Nozza ha offerto una serie di spunti di discussione agli ospiti del convegno: quanto sono efficaci le piattaforme del welfare? Premi di risultato e welfare aziendale possono coesistere? È possibile pensare alla possibilità di convertire il premio di produzione in un fondo integrativo per la pensione?
Giovanni Malanchini, esponente della Lega, consigliere segretario dell’Ufficio di Presidenza di Regione Lombardia, ha illustrato alcune idee inserite nella proposta di legge del Governo per rilanciare l’occupazione: semplificazione, favorire l’occupazione femminile, detassare sia il part time che una quota maggiore del premio di produzione.
Marco Grasso ha raccontato la realtà della Società di Mutuo Soccorso Cesare Pozzo, attiva dal 1877 per l’assistenza di privati e aziende, che conta oggi più di 400mila soci.
Presenti al convegno anche Guglielmo Loy, presidente del Civ, il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Inps e Claudio Negro della Fondazione Kuliscioff. Quest’ultimo ha ricordato l’importanza fondamentale del sindacato nella contrattazione, che comprende anche i temi trattati durante la mattinata.