Autonomia differenziata la UIL Bergamo: “Crediamo fortemente in un sistema che immagini un paese unito e competitivo animato da principi solidaristici e cooperativi”
Varie in questo periodo sono state le azioni messe in atto per evidenziare le criticità riferite al modello di autonomia differenziata, dalla raccolta di un milione e trecento mila firme al ricorso avanzato dalle Regioni Puglia, Toscana, Sardegna e Campania.
In questi giorni la Corte Costituzionale ha ritenuto non fondata la questione di costituzionalità dell’intera legge sull’autonomia differenziata delle regioni ordinarie (n. 86 del 2024), considerando invece illegittime specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo, ravvisando l’incostituzionalità in alcuni profili.
La UIL ha partecipato attivamente come Organizzazione Sindacale autonoma ed equidistante dal mondo partitico, segnalando in varie riprese gli aspetti negativi e le derive che tale impianto avrebbe comportato, specie in territori come quello bergamasco, che avrebbe avvertito non meno dei territori meridionali gli effetti di un sistema la cui direzione appariva sbagliata e non indirizzata nell’imboccare la strada dell’unione del paese.
Aspettando di leggere nel dettaglio le motivazioni dell’Alta Corte, appare pacifico come l’elevato numero di materie delegate per intero alle Regioni mettano in difficoltà l’interpretazione del principio di sussidiarietà, creando potenzialmente 21 ’staterelli’ autonomi.
Il parlamento, espressione della massima rappresentanza del paese, a nostro avviso sarebbe il luogo fisiologico deputato alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e non riservata all’organo esecutivo.
Come Organizzazione Sindacale, crediamo fortemente in un sistema che immagini un paese competitivo unito da principi solidaristici e cooperativi.