L'Eco di Bergamo
Pensioni quota 103 Uil svantaggi contributivo
Il Dipartimento Fisco e Previdenza della UIL, con il contributo dell’ITAL Nazionale ha simulato gli effetti relativi e alla nuova Quota 103 e alle nuove aliquote di rendimento pensionistico per alcune categorie di lavoratori pubblici.
Le nuove caratteriste della Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale contengono aspetti abbastanza penalizzanti.
– Quota 103, pur mantenendo i 62 anni e 41 di contributi come accesso alla pensione anticipata, si registrano effetti sfavorevoli sulla “finestra di uscita”, portata a 7 mesi per il settore privato e a 9 mesi per il settore pubblico.
Il sistema contributivo, determinerà perdite molto gravi rispetto al calcolo con il sistema misto.
Inoltre, fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia (67 anni), non potrà prendere una pensione mensile oltre le 4 volte quella minima.
L’articolo 33 della Legge di Bilancio 2024, istituisce nuove aliquote di rendimento delle gestioni previdenziali per determinati categorie di lavoratori pubblici, degli Enti locali, pensioni dei sanitari, insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate, ufficiali giudiziari, aiutanti ufficiali giudiziari ed i coadiutori. Coloro che lasciano il servizio con anzianità nel sistema retributivo inferiore ai 15 anni che hanno iniziato a lavorare tra il 1981 e il 1995, prima di transitare nel sistema contributivo comporta un taglio estremamente significativo sulle loro pensioni.
Facciamo qualche esempio:
Una maestra di scuola elementare che ha richiesto la pensione di vecchiaia con un solo anno di anzianità al 1995, e con un’anzianità contributiva totale non molto alta, cioè di 16 anni e 6 mesi, abbiamo stimato che con le nuove aliquote la perdita in valore assoluto sarà di 4.860 euro annui lordi, corrispondenti a 373 euro mensili lordi in meno. Il dato in percentuale aiuta a segnalare quanto consistente sia questa perdita rispetto all’importo annuo lordo che spetta alla maestra: ben il 42% in meno rispetto a quanto le spettava con le precedenti aliquote.
Un dirigente medico veterinario che ha chiesto il calcolo della sua pensione di vecchiaia, con un’anzianità contributiva totale significativa, pari a 33 mesi, e un’anzianità contributiva al 1995 di 4 anni e 3 mesi. Con le nuove aliquote la perdita annua lorda sarà di 12.900 euro, quella mensile lorda di 992 euro, per una riduzione percentuale del 18.3%.
Nel Caso 3 viene rappresentato un dirigente medico che ha chiesto una pensione anticipata in cumulo, con un’anzianità contributiva totale molto alta, pari a 40 anni e 9 mesi, e un’anzianità contributiva al 1995 significativa, di 12 anni e 6 mesi. Con le nuove aliquote la perdita annua lorda sarà di 2.825 euro, quella mensile lorda di 217 euro, per una riduzione percentuale del 4%.
DA QUOTA 100 (2019) ALLA NUOVA QUOTA 103 (2024)
Quota 103 nasconde grandi penalizzazioni rispetto alla versione che è stata in vigore per il 2023:
– “finestra di uscita” il periodo di tempo che passa dalla domanda di pensionamento fino al ricevimento dell’assegno, passa da 3 a 7 mesi per il settore privato, e da 6 a 9 mesi per il settore pubblico.
– Fino al raggiungimento dei 67 anni, corrispondenti al requisito ordinario per la pensione di vecchiaia, la pensione ottenuta con Quota 103 non può superare le 4 volte il trattamento minimo INPS, cioè circa 2.270 euro mensili lordi. Tale tetto era in precedenza pari a 5 volte il trattamento minimo, cioè circa 2.840 euro mensili lordi.
– Chi si avvarrà di Quota 103 subirà una forte penalizzazione: infatti, la parte di contributi accumulati con il sistema retributivo (quindi fino al 1995) sarà ricalcolata con il sistema contributivo, determinando riduzioni dell’importo pensionistico che in certi casi superano il 30%.
COMMENTO UIL BERGAMO
La nuova Quota 103 è destinata a riscontrare una scarsa adesione in virtù di un ricalcolo contributivo taglia gli assegni pensionistici di importi significativi questa Manovra, risalta il paradosso tra le dichiarazioni del Governo sul superamento della Legge Fornero e quanto invece è stato fatto, cioè un suo inaspettato inasprimento che determina condizioni ancora più dure per accedere alla pensione.
La provincia orobica sicuramente non appare esente da questo fenomeno dichiara il Coordinatore Pasquale Papaianni, siamo di fronte a un territorio che deve fare i conti con una tecnologia avanzata che richiede di essere al passo con i tempi, sono vari i casi in cui i dipendenti si rivolgono ai nostri uffici per fare valutazioni in merito alla loro situazione pensionistica, manifestando la volontà ad andare in quiescenza, ma quando le potenziali perdite, cosi come rappresentate nei casi succitati potrebbero rappresentare una perdita annuale lorda
– Per un infermiere di 7.337 euro (564 euro lordi mensili);
– Per un docente 4.287 euro (324 euro lordi al mese);
– Per un dirigente medico 23.097 (1.776 euro lordi al mese);
In una provincia dove comunque ad oggi la spesa media riferita ad un canone mensile per un appartamento risulta essere mediamente di 640 euro al mese, a fronte di un palese aumento dei prezzi, di un deterioramento del potere di acquisto, sicuramente queste misure non appaiono rassicuranti e non consentono di compiere una scelta “in serenità” per il soggetto dotato dei requisiti pensionistici.