70 ANNI DI STORIA – 70 ANNI DI FUTURO
Le grandi celebrazioni di oggi sono state rinviate per l’emergenza Coronavirus, ma non dobbiamo dimenticare l’importanza che ha per noi tutti questa data: 5 marzo!
ll 5 marzo 1950 alla Casa dell’Aviatore a Roma 253 delegati parteciparono al convegno costitutivo dell’Unione Italiana del Lavoro (UIL), a forte carattere socialdemocratico e riformista. La proposta del nome fu avanzata da Arturo Chiari del PSU e si rifaceva alla UIL prefascista.
Non si deve mai dimenticare che lo spirito che animò i fondatori era quello legato alla opposizione fascista e che si consolidò nella resistenza. Era lo spirito di persone che hanno portato all’organizzazione i principi di Filippo Turati fusi con i pensieri di un altro grande padre della patria: Giuseppe Mazzini, il cui pensiero è sempre stato di straordinaria attualità.
E in quel marzo 1950 furono piantati i semi del moderno sindacato. Un sindacato che doveva essere ancorato a una serie di principi che si riconoscono come i 5 pilastri della UIL:
indipendenza dai partiti, dai governi e dalle confessioni religiose;
valorizzazione dell’autonomia delle federazioni di categoria;
adozione del metodo democratico con partecipazione attiva dei lavoratori;
unità d’azione con le altre due organizzazioni confederali CGIL e CISL;
intervento su tutti i problemi di politica sociale ed economica ogni volta che siano in gioco le sorti della classe lavoratrice.
Quel “manifesto” costituivo di 70 anni fa rappresentava un progetto all’avanguardia che conteneva già il significato che ha condotto la UIL ad essere il “sindacato dei cittadini.
Da quel 5 marzo lotte e battaglie hanno caratterizzato questi 70 anni di vita.
Battaglie per il diritto al lavoro, per i lavoratori, per la casa, la previdenza, la dignità.
Temi che negli ultimi cinque Congressi la UIL con forza ha riproposto senza indugi puntando alla centralità del lavoro e del sindacato, arrivando all’ultimo congresso a ribadire “il riconoscimento pieno del riformismo quale azione indispensabile per realizzare una società più giusta nel quadro di un costante progresso democratico, civile e sociale“.
Ecco allora che diventa fondamentale legare il lavoro al tema dell’equità sociale, della inclusione e del no senza se e senza ma ad ogni discriminazione. Così la lotta per il lavoro deve diventare la lotta per i lavoratori, per le persone. Non basta creare posti di lavoro, ma è necessario che i lavoratori ne siano parte fondante e partecipata senza alcuna distinzione, gap o discriminazione così che gli articoli nella nostra Costituzione (la più bella al mondo e la più disattesa) che si riferiscono i temi sopracitati trovino finalmente applicazione.
Sostegno e partecipazione, dunque. In un’epoca dove sempre più spesso populismo fa rima con fascismo, la Uil del 21° secolo sarà essere sempre più il sindacato dei cittadini.
Danilo Margaritella
Segretario Generale Uil Milano Lombardia